Patrimonio ambientale

Il territorio di Rivalta presenta diverse zone verdi, che arricchiscono la città. In particolare, il parco del Monastero presenta una grande varietà di alberi, che andremo ad illustrarvi.

Populus Nigra "Italica"

Pioppo cipressino

Albero di grandi dimensioni. Vi sono esemplari maschi ed esemplari femmine. Le differenze tra i sessi sono evidenti solo a livello del fiore. Il pioppo cipressino non è una specie ma un clone. In altre parole non è in grado di moltiplicarsi per seme in quanto non ne produce. E’ quindi solo in grado di riprodursi per talea e cioé mediante interramento di parti di rami in grado di radicare. Questo albero sembra si sia generato per mutazione genetica spontanea nell’Italia Settentrionale (si chiama anche pioppo lombardo) e si caratterizza per la sua chioma alta e stretta. La sua propagazione in Europa è avvenuta poi per opera dell’uomo. In natura si trovano infatti solo esemplari maschi. Da questa caratteristica deriva la sua incapacità a produrre seme. I fiori maschili, gli unici presenti, sono lunghi 4-8 cm, rossastri ed appaiono in giugno. E’ utilizzato per scopi ornamentali, visto il portamento colonnare tipico di questo albero.

Platano

Pioppo cipressino

Platanus Occidentalis

Platano

Il Platano è un albero originario degli Stati Uniti ("occidentalis"), Europa sud orientale (Grecia, Bulgaria, Turchia) che l’uomo ha diffuso in tutta Europa per scopo ornamentale. Resiste molto bene all’inquinamento sia atmosferico che del terreno ed è per questo che viene spesso utilizzato in città lungo i viali cittadini. Questo esemplare ha un’età stimata intorno agli 80-100 anni, un’altezza di circa 20 mt e gode di ottima salute. Infatti il suo legno appare intatto da agenti fungini e parassiti, le sue foglie appaiono sane e senza infestanti. Ha avuto la fortuna di crescere in un parco dove le potature non sono così traumatiche come quelle effettuate lungo i viali alberati cittadini e quindi non presenta ferite aperte e marciumi sui rami.

Caratteristica è la sua corteccia che appare in genere liscia e chiara. Il suo legno è bianco rosato. I suoi frutti appaiono come pallottole marrone chiaro aventi diametro di circa 3 cm, che liberano in autunno dei semi piumosi che si disperdono con il vento.

E’ un albero che può raggiungere i 40 metri di altezza e diametri di 6-7 metri. A Santena, presso il Parco Cavour, si trovano i più grandi esemplari d’Italia.

Tilia Platyphyllos

Tiglio nostrano

Albero che cresce spontaneamente anche nei nostri boschi sino a 1500 mt sul livello del mare e si estende sino all’Ukraina verso est, alla Svezia meridionale verso sud. Viene spesso utilizzato lungo i viali cittadini poiché resiste bene all’inquinamento atmosferico e del terreno. E’ considerata un pianta longeva, che cioè vive anche a lungo - 250 anni e oltre. Può raggiungere i 30-35 mt di altezza e i due metri di diametro.

Si può dire che il tiglio sia una pianta “poco socievole” in quanto in natura non si trova mescolata ad altre specie, ma spesso appare allo stato isolato o in piccoli gruppi. Il suo legno è tenero, di colore bianco, di poca durata ma non facilmente attaccabile dai tarli. E’ un albero considerato a rapido accrescimento, cioè che cresce molto più in fretta rispetto ad altri. Tipici sono i fiori di color bianco giallastro, poco odorosi e fiorenti a metà luglio, utilizzati spesso per tisane contro la tosse e gli stati febbrosi. I frutti sono delle pallottoline di diametro di circa 0,5 cm, grigiastri che cadono per terra sui nostri viali in ottobre.

Sofora

Tiglio nostrano

Sophora Japonica

Sofora

Albero originario del Giappone e introdotto in Europa verso la metà del ‘700. Albero di notevole pregio per la fioritura, il fogliame e l’eleganza del portamento. Si tratta di una leguminosa come il fagiolo, il trifoglio e la robinia. Le sue radici riescono ad assorbire acqua ed elementi nutrienti grazie alla presenza di un fungo che, se non ci fosse, metterebbe a rischio la vita stessa dell’albero. Al tempo stesso se l’albero non esistesse anche il fungo non riuscirebbe a sopravvivere (in termini scientifici si parla di simbiosi mutualistica tra un vegetale ed un fungo). Questo è il risultato di milioni di anni di evoluzione delle specie e di selezione naturale degli individui meglio adattabili all’ambiente circostante.

Lo stretto vitalizio tra l’albero ed il fungo ha inoltre un altro aspetto molto interessante: si liberano sostanze fertilizzanti nel terreno a disposizione di altri vegetali che ne traggono vantaggio.

Questa pianta possiede un legno duro e resistente adatto per lavori di intaglio. Raggiunge normalmente i 10-14 mt di altezza. La sofora presente in questo Parco, visto il suo sviluppo e le sue dimensioni, rappresenta un magnifico esemplare come pochi se ne possono trovare altrove.

Attualmente questa sofora ha un’altezza stimata intorno ai 19 mt ed una quantità di legno fuori terra pari a circa 15.000 kg. Altrettanti sono i kilogrammi di legno sotto terra. Il suo peso è pari a circa 30 autovetture utilitarie.

Questo albero produce ogni ora 1.500 kg di ossigeno, consuma 2.000 kg di anidride carbonica ed in sole 10 ore effettua uno scambio gassoso di 80 milioni di litri di aria. Una attività complessa e molto efficiente che rende servizi all’uomo per un valore pari a circa 125.000 euro all’anno.

Taxodium Disticum

Cipresso delle paludi, Tassodio

Appartenente alla famiglia delle tassodiacee, anticamente molto diffusa, il cipresso delle paludi formava le antiche foreste preistoriche del Miocene che ospitavano i dinosauri e gli antichi rettili ormai estinti. E’ oggi diffusa allo stato naturale negli Stati Uniti sud-orientali. Si tratta di una conifera che in inverno perde le sue foglie. Viene chiamata cipresso delle paludi perché si adatta benissimo a terreni che stagionalmente vengono inondati e permangono per molto tempo sott’acqua.

Tutte le radici degli alberi necessitano di ossigeno per sopravvivere, così come le foglie dell’albero. Questo albero, per adattarsi a vivere in zone inondate, ha sviluppato uno strano modo per permettere alle proprie radici di respirare in caso di inondazione. Le sue radici, infatti, in prossimità dell’acqua sviluppano sporgenze nodose verso l’alto in modo da superare il livello massimo dell’acqua e garantire alle radici la respirazione. Queste escrescenze si chiamano pneumatofori. Il tronco di questi alberi possiede, sempre alla base, dei vistosi contrafforti che servono per un migliore ancoraggio dell’albero su terreni paludosi e molli. Anche i nostri esemplari, pur non essendo su aree paludose, sviluppano questi contrafforti alla base del tronco. E’ un albero molto longevo e vi è un esemplare in Florida che ha circa 3.000 anni (anche se il record è detenuto da un esemplare di Pinus ristata in America Centrale che ha circa 11.000 anni).

Laddove vive, nelle pianure del Golfo del Messico e nella valle del Missisipi, ha spesso le chiome ricoperte di un lichene (genere Tillantia) che viene commercializzato anche in Italia e viene erroneamente identificato come la pianta che “vive senza terra”.

Abete di douglas, Duglasia

Cipresso delle paludi

Pseudotsuga Menziesii

Abete di douglas, Duglasia

Appartenente alla famiglia delle Pinacee, la duglasia è una pianta originaria dell’america settentrionale. Rappresenta circa il 40% delle foreste dalla Sierra Nevada della California sino alle Montagne Rocciose. Le sue foglie, persistenti per 5-8 anni, esalano, se pestate, un caratteristico odore dovuto a due canali di resina marginali. Si tratta di un albero imponente in America dove raggiunge i 55-75 mt e 1,2-1,8 mt di diametro. Non rari sono gli individui alti 100 mt e aventi diametro di 3 mt. Il più alto esemplare misura 116 mt di altezza e 4,5 di diametro e si trova in Arizona. In Lombardia ne abbiamo uno alto 47 mt.

Il sistema radicale di questo albero si adatta ai vari tipi di terreno. La corteccia nei primi anni è liscia, più tardi diventa rosso bruna con screpolature che si estendono con l’età dando origine a delle placche irregolari, somiglianti al sughero, con uno spessore anche di 30-35 cm. Gli alberi giovani possiedono sulla corteccia delle bolle di resina chiara gradevolmente profumata. Produce pigne lunghe 50-70 mm disposte nella parte inferiore dell’albero. Queste pigne cadono dopo la disseminazione e si possono facilmente raccogliere a terra. I semi sono a tridente tipico e maturano ad ottobre. Il grande pregio di questa conifera è il suo alto potere di miglioramento delle foreste.La caduta delle foglie e della corteccia al suolo evita la crescita di rovi, ortiche e altre piante infestanti. Dal punto di vista commerciale il legno prodotto dalla Duglasia è molto importante ed esportato dagli USA in tutto il mondo. Molto probabilmente quando compriamo un mobile in “abete” in realtà si tratta di Duglasia. Anche in Italia si è tentato di “coltivarla”, ma con risultati molto lontani da quelli ottenuti in USA. L’albero infatti cresce ottimamente lungo le coste pacifiche con climi umidi e spesso nebbiosi. Da noi questa pianta è presente sul tratto Appenninico Tosco-Emiliano a circa 700-1.000 mt di altitudine.

Celtis Australis

Bagolaro, Spaccasassi

Appartiene al genere degli olmi. Albero originario dell’Europa meridionale, viene utilizzato di frequente in città per le alberate stradali, visto il suo rapido accrescimento. Albero alto sino a 15-21 mt. Caratteristico il suo legno molto duro e resistente con il quale si producevano raggi per ruote, oggetti di falegnameria e oggettistica in legno. Ad inizio del secolo si produceva anche un carbone di legna di ottima qualità ad uso riscaldamento e dalla sua corteccia si produceva una tintura gialla usata per colorare le stoffe. I fiori, piccoli e non appariscenti, sbocciano a Maggio. Ogni albero produce fiori maschili e femminili. I fiori femminili danno origine a frutti che misurano circa 1 cm di diametro. Questi sono dapprima verdi e poi, a settembre, diventano rossi e poi neri. I frutti del bagolaro sono commestibili, mentre la corteccia è liscia e grigia.

Tipico è il suo poderoso apparato radicale. Ogni cm quadrato delle sue radici è in grado di sostenere forze pari a 1.500-2.000 kg a strappo, quasi al pari di una fune di acciaio! Inoltre le sue radici, durante la loro crescita, sviluppano un forza tale da riuscire a spaccare il cemento armato. Spesso in città si notano i tombini rialzati da questi alberi che vanno a cercare l’acqua nel sottosuolo, oppure l’asfalto divelto o i marciapiedi completamente rialzati anche di mezzo metro. Vive bene su terreni sassosi e pietrosi dove le sue radici si insinuano nelle fessure delle rocce favorendone lo sgretolamento. Per questi motivi viene anche comunemente chiamato spaccasassi.

Bosso comune

Bagolaro, Spacasassi

Buxus Sempervirens

Bosso comune

Albero sempreverde di piccole dimensioni che cresce in genere sino a 4-6 mt di altezza. A volte raggiunge altezze superiori, ma in genere assume il portamento tipico di un cespuglio. Originario dell’Europa meridionale e dell’Africa Settentrionale è presente anche in Italia allo stato selvatico. Si trova nei boschi di quercia o faggio sino a 700-800 mt di altitudine come specie da sottobosco. E’ un albero ad accrescimento molto lento caratterizzato da un legno molto duro e facilmente lucidabile.

Per questi motivi viene utilizzato per lavori di incisioni, sculture e intarsi. Fiorisce in Aprile con fiori maschili tutto attorno a quelli femminili. Produce dei frutti simili a delle capsule verdastre grandi circa 0,8 cm munite di tre sporgenze a forma di corna. Queste capsule cadono dalla pianta e si aprono al suolo. Le sue foglie sono curiose, ovali e di piccole dimensioni. Viene spesso utilizzato per formare siepi e giardini all’italiana in quanto sopporta bene le potature e porta la forma modellata per lungo tempo. Il legno è pesantissimo ed è così duro che anche da secco non galleggia sull’acqua e va a fondo come le pietre.

Foglie e corteccia hanno proprietà officinali ma devono essere usate con cautela, poiché tutte le parti della pianta, soprattutto i semi, contengono sostanze tossiche.

Cedrus Atlantica

Cedro dell’Atlante

Appartiene alla famiglia delle Pinacee. Si tratta di una conifera sempreverde originaria della catena dell’Atlante in Algeria e Marocco dove vive tra 1.200 ed i 2.500 mt di altitudine. Resiste molto bene ai geli prolungati ed alla neve anche abbondante grazie alla resistenza ed elasticità dei suoi rami. Utilizzato come albero ornamentale in Europa, sull’Atlante arriva sino a 36 mt di altezza.

Le foglie sono di colore verde e le sue fronde assumono una tendenza bluastra di colore non sempre ben visibile. Le infiorescenze maschili appaiono in settembre e liberano abbondante polline giallastro. Le infiorescenze femminili danno luogo a pigne verdi lunghe 8 cm che a maturazione assumono una colorazione lignea. Il legno è bruno, molto odoroso e durevole nel tempo in quanto resiste molto bene agli agenti atmosferici.

Cedro dell'Atlante