07 Apr 2020

Auguri don Paolo

Oggi è il 7 aprile ed in questa giornata noi sacerdoti di Rivalta e dell’Unità Pastorale avremo festeggiato un bell’anniversario: gli 80 anni di don Paolo Alesso! Non potendo trovarci e stringerci attorno a lui, vorrei esprimergli -personalmente e anche a nome della mia comunità dei Santi Pietro e Andrea- la vicinanza e la stima per il suo ministero svolto in tanti anni.

Pensando a don Paolo, e alla sua vita sacerdotale, la cosa che subito balza agli occhi è la sua vicinanza alle persone, a quanti soffrono e sono malati, a quanti sono anziani e soli. Molte sono le sue visite, con la bicicletta per tenere l’allenamento, a chi per il vangelo è un privilegiato: i poveri, i perseguitati, gli operatori di pace, ecc…

Ma la cosa che (oltre al buon umore, alla disponibilità, alla abnegazione con cui vive e svolge il suo ministero) rimane più impressa nella memoria di chi lo conosce è la gioia con cui ha portato il vangelo anche lontano. Dice la Sacra scrittura: “Come sono belli i piedi del messaggero di lieti annunzi, messaggero di pace per il suo popolo”.

Don Paolo di questi passi ne ha fatti tanti fino ad arrivare in missione… in Algeria! Erano gli anni novanta, proprio gli anni in cui avvenne il martirio dei monaci di Thibirine (notte tra il 26-27 marzo 1996). Il monastero era descritto come «un relitto cistercense nell’oceano dell’islam». Come una nave che attraversava gli anni bui della spirale di violenza.

I religiosi di Thibirine, che in lingua berbera significa letteralmente “giardini irrigati” (qui don Paolo mi correggerà se sbaglio), non avevano abbandonato il loro posto. Anche don Paolo allo scattare dei suoi 75 anni non ha lasciato il suo posto di parroco e continua ad amare e curare le persone che gli sono affidate con amicizia e prossimità.

I monaci di Thibirine, stavano lì sulla frattura che divide l’umanità dalla barbarie, come vicini di casa consapevoli che quanto li univa ai loro fratelli in terra musulmana è più grande di quanto li separava dal male nascosto che minacciava entrambi. Penso che don Paolo abbia anche questa seconda cosa in comune con i religiosi di Thibirine: continua nel suo ministero parrocchiale a stare sul crinale di tante difficoltà e sofferenze e tenere aperto il cuore della gente perché possa credere e sperare. Tutti insieme desideriamo oggi soffiare su queste tante candeline sapendo che in tutta la vita don Paolo ha soffiato nel cuore di molta gente per attizzare il fuoco dell’amore di Dio.

Ad multos annos caro don Paolo! Che questo contini ancora per molto!

don Stefano