Sicurezza stradale

Forniamo qui alcune informazioni utili riguardo alle principali disattenzioni che si osservano sulla strada, su iniziativa dell'agente di Polizia Giuseppe Tisi, nell'ambito del Progetto Sicurivalta.

Revisioni
Codice della strada - Art 80

Tutti i veicoli a motore che circolano sulla strada, devono essere sottoposti a revisione periodica. Dopo anni di calendarizzazioni imposte dagli uffici centrali della Motorizzazione, finalmente, grazie anche all’apporto dei centri privati abilitati, tutto il parco veicoli circolante è stato messo in condizione di essere sottoposto a revisione senza ritardi.

Pertanto i veicoli di peso complessivo fino a 3,5t (autovetture e furgoni leggeri per intenderci, compresi i motocicli), dopo i primi 4 anni dall’immatricolazione (da nuovi) dovranno essere sottoposti alla prima revisione generale. Successivamente, salvo prescrizioni particolari e fino al termine del loro utilizzo, dovranno sottoporsi a revisione periodica biennale.

Sottoporre un veicolo a revisione è in realtà molto semplice poiché molteplici sono i centri autorizzati ad eseguire tale pratica e spesso non occorre neppure prenotare, a meno che la scadenza ultima entro la quale sia necessario effettuare la revisione non sia già scaduta. In questo caso occorre prenotare avendo cura di avere traccia documentata della prenotazione, che dovrà essere esibita agli organi di controllo, nel malaugurato caso in cui si dovesse essere fermati nel tragitto da casa al centro revisioni (la fortuna è cieca ma la iella ci vede benissimo!).

Diversamente dal passato, oggi è molto più probabile che l’inottemperanza a questo obbligo possa venire accertata. Esistono infatti innumerevoli varchi monitorati attraverso videocamere di sorveglianza, praticamente all’ingresso di quasi tutti i Comuni, in grado di comunicare direttamente ed in tempo reale con le banche dati di Motorizzazione, ANIA Assicurazione e P.R.A.

Diventa quindi altamente probabile incappare in un “posto di blocco a valle” di uno di questi varchi monitorati che in alcuni casi possono connettersi direttamente con la pattuglia che sta effettuando il posto di controllo. Detto- Fatto il sistema comunica direttamente all’operatore che il veicolo X risulta essere privo di revisione, o peggio, di copertura assicurativa e quindi immediatamente scatta il verbale e quindi la sanzione, con tutti gli obblighi annessi (divieto di circolazione fino alla successiva regolarizzazione ).

Cinture di sicurezza
Codice della strada - Art 172

Come funzionano
A trazione meccanica

A cosa servono
La loro azione si esplica esclusivamente in caso di collisione. Il loro scopo consiste nel mantenere il corpo della persona che si trova in auto, il più aderente possibile allo schienale del sedile, in modo da fargli evitare traumi dovuti agli urti della persona stessa contro le parti rigide interne dell’abitacolo.

Come usarle
Attraverso il posizionamento della cintura stessa in maniera trasversale da sinistra verso destra agganciando il dispositivo metallico all’interno dell’apposito alloggiamento fissato dalla parte opposta (al centro dell’abitacolo).

Chi deve usarle
Tutti coloro che si trovano all’interno dell’abitacolo di una automobile o di un autocarro di peso complessivo non superiore a 3,5 t (furgoni leggeri), indipendentemente dal posto occupato, sia questo nella parte anteriore o posteriore del mezzo. Sono esentati dall’obbligo di utilizzo i soggetti affetti da patologie particolari certificate dalla commissione medica dell’unità sanitaria locale allo scopo predisposta, o le donne in stato di gravidanza che possano presentare controindicazioni rispetto all’utilizzo (questa volta basta la certificazione del ginecologo).

Implicazioni assicurative
È ormai consuetudine di gran parte delle compagnie assicurative porre in atto una data percentuale di franchigia da applicare nei confronti del risarcimento dei propri assicurati qual ora venisse accertato che durante la guida non usavano la cintura di sicurezza (basta il parabrezza rotto per dimostrarlo).

Consigli pratici
Al fine di ottimizzare l’azione delle cinture, evitando fastidiose implicazioni quali colpi di frusta etc., occorre posizionare correttamente il poggiatesta del sedile, se possibile inclinandolo leggermente in avanti, affinché l’oscillazione che la testa effettua naturalmente in avanti e poi indietro quando avviene la collisione, sia la più breve possibile, limitata quindi meccanicamente dalla posizione del poggiatesta che deve essere in grado di attutire la corsa all’indietro del capo.

Importantissimo poi l’uso della cintura nel caso di veicolo dotato di air-bag. Infatti senza la cintura che impedisce l’oscillazione meccanica del busto in avanti, l’urto che si avrebbe sulla superficie dell’air bag è paragonabile ad un urto contro una superficie rigida (cruscotto o parabrezza ), vanificando quindi la stessa azione del dispositivo.

Ultima ma non meno importante considerazione riguarda l’efficacia della cintura, che da statistiche e rilevamenti effettuati, risulta essere di gran lunga più elevata durante la guida in città e quindi a velocità più ridotte nel corso degli spostamenti quotidiani. Bene quindi l’uso della cintura in autostrada, meglio ancora l’uso della cintura in città.

Uso del radio telefono durante la guida
Codice della strada - Art 173

Cosa vuol dire usare il cellulare durante la guida
Innanzitutto è bene chiarire cosa non vuol dire usare il telefono durante la guida, è necessario sfatare l’opinione comune che vuole considerare come atteggiamento pericoloso il solo fatto di avere a disposizione l’uso di una sola mano mentre si eseguono le normali manovre. In realtà anche se la normativa permette l’uso del cellulare con l’utilizzo dell’auricolare o del dispositivo viva voce dobbiamo sempre tenere presente che colloquiando con una altra persona che non è presente con noi, ci distraiamo automaticamente da quelle che dovrebbero essere le nostre normali attività di guida. La cosa pericolosa infatti sta proprio nello spostare la nostra mente altrove rispetto al luogo che stiamo frequentando.

È stato infatti dimostrato da alcune recenti statistiche che la probabilità di venire coinvolti in un sinistro stradale aumenta moltissimo nei primi minuti che seguono la conversazione telefonica e quindi il pericolo maggiore si verifica non durante l’uso del cellulare ma subito dopo, quando la nostra mente è ancora assorbita dal pensiero di ciò che abbiamo detto e sentito nei confronti del nostro interlocutore telefonico.

Alcuni consigli pratici
Acquistare un dispositivo viva voce o un auricolare può voler dire impegnare una cifra che può variare dai 10 ai 90 Euro. Se proprio non possiamo farne a meno poiché il nostro lavoro ci obbliga ad essere sempre reperibili e nello stesso tempo a spostarci con rapidità da un luogo all’altro, consideriamo l’acquisto di questi dispositivi come parte integrante del costo del nostro apparecchio cellulare.

Se invece è nostra abitudine conversare in auto per puro piacere, possiamo incominciare a pensare di poter cambiare questa nostra abitudine fermandoci tutte le volte che riceviamo o decidiamo di fare una chiamata: Anche se può sembrare fastidioso questo comportamento ci “costringerà” a limitare l’uso del nostro apparecchio cellulare con un conseguente beneficio in denaro e in salute poiché minore sarà la quantità di onde elettromagnetiche che assorbiremo in complesso, e in ultimo in sicurezza personale per quello che riguarda la guida.

La distanza di sicurezza
Codice della strada - Art 149

Cos’è la distanza di sicurezza
Si definisce come distanza di sicurezza quella porzione di spazio che si interpone tra il nostro veicolo e quello che ci precede, che deve essere sufficiente a permetterci di fermarci, senza tamponarlo, nel caso in cui questo dovesse per qualsiasi motivo arrestarsi improvvisamente. Non esiste quindi una distanza precisa alla quale fare riferimento poichè troppe possono essere le variabili in gioco che consentono di valutare diversamente lo spazio indispensabile a garantire la possibilità di un'eventuale arresto tempestivo.

L’abilità personale, la prontezza di riflessi, il fondo stradale e la visibilità stessa possono costituire variabili fondamentali ai fini della valutazione della distanza di sicurezza necessaria a garantire l’arresto tempestivo. Le uniche indicazioni fornite dal Codice della Strada riguardo alla distanza da mantenere rispetto al veicolo che ci precede , riguardano i mezzi sgombraneve quando stanno operando (100 metri) e i veicoli pesanti quando viaggiano in determinate condizioni. È evidente a questo punto che stiamo parlando di una componente interamente lasciata alla valutazione personale dell’utenza ma che tuttavia necessita di alcuni approfondimenti circa la conoscenza dei fenomeni che si verificano in determinate condizioni.

I tempi di reazione
Si sente parlare molto spesso di tempi di reazione, ed essendo questi uno degli aspetti fondamentali che caratterizzano lo svolgersi dei sinistri stradali quando non si rispetta la distanza di sicurezza, abbiamo pensato che alcune informazioni fossero necessarie al fine di rendere maggiormente consapevoli.

Si definisce tempo di reazione il tempo occorrente per passare dalla fase di percezione del pericolo alla fase di azione sull’impianto frenante o sugli organi di manovra del veicolo. Normalmente questo tempo in un soggetto normalmente dotato viene calcolato tra 0,75 e 1 secondo.

Considerando quindi quanto disposto dal Codice della Strada e cioè che la distanza di sicurezza minima da mantenere deve essere almeno pari alla distanza che si percorre nel tempo occorrente a a passare dalla fase di percezione alla fase di azione (praticamente la distanza percorsa durante il tempo di reazione), bisogna sapere che a 50km/h si percorrono in un secondo: 13,8 metri. Tuttavia 13,8 metri non sono sufficienti ad arrestare un veicolo lanciato a 50 Km/h! È evidente che, se la velocità aumenta, anche lo spazio occorrente aumenta in proporzione. Per potersi fermare viaggiando alla velocità di 50 Km/h occorrono 30,2 metri. Tale distanza si ottiene sommando la distanza percorsa durante il tempo di reazione sommata alla distanza mediamente percorsa sotto l’effetto frenante di un veicolo dotato di impianto efficiente sopra una superficie asfaltata che abbia un coefficiente di aderenza normale.

Distanza totale di arresto equivale a: spazio percorso nel tempo di reazione + spazio percorso durante la frenata.

Divieto di sorpasso
Codice della strada - Art 148

Abbiamo citato il divieto generico di sorpasso per indicare alcuni dei comportamenti più diffusamente sbagliati che normalmente si osservano sulla strada. Tuttavia è necessario precisare che l’Art148 prevede tutta quella serie di comportamenti pericolosi che di norma la maggioranza degli utenti fortunatamente non viola. A titolo di esempio citiamo quindi il sorpasso in curva, in galleria , in corrispondenza di dossi e comunque in tutti i casi di scarsa visibilità, inoltre i sorpassi in area di incrocio, dei veicoli fermi ai semafori e così via.

Chiaramente non staremo oltre a dilungarci sulla pericolosità intrinseca di tali comportamenti, poiché preferiamo soffermarci su altri tipi di fattispecie, forse considerate meno gravi, ma che tuttavia sono diventate oramai modi di fare, acquisiti dalla maggior parte dell’utenza.

Il sorpasso di un veicolo che sta svoltando a destra
Pare che il solo fatto di aver inserito l’indicatore di direzione destro per segnalare l’intenzione di effettuare la svolta, costituisca di per sé un incoraggiamento per coloro che seguono tale veicolo ad effettuarne il sorpasso. Non è importante la posizione del veicolo che si sta sorpassando basta che questo abbia inserito l’indicatore di direzione destro e ci si sente autorizzati a oltrepassare la linea continua o a infrangere il divieto di sorpasso stabilito dalla segnaletica verticale. Sembra quasi che l’azione dell’impianto frenante in questi casi non abbia effetto e che ci si debba per forza spostare a sinistra per evitare la collisione.

Quante volte nel corso degli accertamenti a violazioni di questo tipo ci siamo sentiti dire: “Ma quello davanti doveva girare!!!” ...e allora??? come se non si potesse assolutamente rallentare e aspettare qualche secondo prima di riprendere la marcia normale. Attenzione quindi a questo tipo di comportamento, che se diventa abitudine può consolidare in noi la convinzione di essere nel giusto anche quando stiamo commettendo un grave errore.

Il sorpasso inconsapevole
Altra violazione che sempre più spesso viene osservata nel corso dei controlli stradali, consiste nella manovra di sorpasso che si effettua solitamente su strade ampie, da parte di coloro che mantenendo una velocità sostenuta, non si accorgono della presenza di altri veicoli che procedono più lentamente, ed eseguono quindi il sorpasso “in scioltezza ” senza neppure rendersene conto, a volte senza neanche vedere il mezzo che si lasciano alle spalle.

Si tratta di un atteggiamento estremamente pericoloso, che al di là della violazione in sé, dimostra l’assenza parziale e in alcuni casi totale, di campo visivo da parte del conducente. In altre parole il campo visivo dell’autista risulta essere ristretto ad una lunga linea che si prolunga davanti a se, in cui l’apertura angolare non si trova più ad essere alla massima estensione e cioè a poco meno di 180°, ma si troverà ad avere una estensione angolare molto più ridotta in cui verranno soprattutto perse le percezioni che solitamente abbiamo con la classica “coda dell’occhio” e che riguardano cioè tutti quei movimenti di persone e cose che trovandosi agli estremi del nostro campo visivo, tendiamo a sottovalutare, ma che rappresentano in realtà una preziosa risorsa che ci permette di intervenire e valutare correttamente la situazione che ci circonda.

Il semaforo
Codice della strada - Art 146

Cosa è il semaforo
Sembrerà una ovvietà definire questo strumento così familiare, tuttavia anche in questo caso pensiamo sia opportuno spendere qualche parola per parlare di alcuni degli errori e delle consuetudini più ricorrenti. Si definisce quindi come semaforo, quel dispositivo automatico che attraverso l’accensione e lo spegnimento di lanterne luminose colorate, stabilisce l’ordine di passaggio là dove due strade si intersecano andando così a formare un crocevia.

La regola
Si stabilisce perciò che con l’accensione della luce verde è obbligatorio transitare, con l’accensione della luce rossa è obbligatorio fermarsi, con l’accensione della luce gialla infine ci si deve fermare qualora ciò sia possibile e si sia in condizioni di poterlo fare senza creare intralcio o pericolo per gli altri utenti della strada. “Qui casca l’asino” direbbe qualcuno! Ed infatti i problemi nascono soprattutto dall’abitudine ad interpretare in maniera scorretta l’accensione della luce gialla.

La consuetudine dice ormai che con il giallo è sempre consentito passare, indipendentemente dal momento in cui si è accesa la lampada e dalla distanza a cui mi trovo quando mi accorgo della fase intermedia, con il risultato che gran parte degli incidenti ai semafori accadono proprio durante l’accensione di questa fase.

Come ci si deve avvicinare ad un semaforo
Con estrema cautela, osservando sempre la situazione che ci circonda, ma soprattutto adeguando la velocità alla distanza dal semaforo stesso, comportandoci sempre come se il giallo dovesse scattare da un secondo all’altro fino a quando non saremo sicuri che la distanza a cui ci troviamo dall’impianto semaforico ci consentirà comunque di attraversare il crocevia senza rischi. A titolo di esempio potremo citare l’esempio di alcuni paesi europei dove il tempo di accensione del giallo è pari a 1 secondo, obbligando così chi passa a tenere sempre una velocità tale da consentire l’arresto tempestivo in qualsiasi momento.

Un appuntamento molto frequente
Vogliamo raccontarvi a questo proposito una storia che parla di due automobilisti che si trovano a passare pressappoco negli stessi momenti in un incrocio che chiameremo Viale dei Giardini angolo Corso Magellano. Chiameremo Pippo l’utente che passa in Viale dei Giardini e Pluto l’utente che si trova in C.so Magellano.

Pippo a circa 200 metri dall’incrocio vede il semaforo verde e prosegue tranquillamente verso Pluto che invece è fermo alla barra d’arresto di C.so Magellano poiché il suo semaforo è ovviamente rosso. Pippo si avvicina al crocevia e a circa 100 metri dal semaforo scatta il giallo. Pippo allora pensa : “Ce la faccio , se accelero ce la faccio di sicuro!“. Ed infatti spingendo al massimo il motore Pippo prosegue incurante del tempo che avrà a disposizione, non sa quanto tempo gli occorrerà per attraversare l’incrocio e neppure quanto lunga sarà la fase di accensione della luce gialla, …1, 2, 3, 4 secondi Boh? Ma Pluto nel frattempo non ha perso tempo, attento come sempre, ad un certo punto si è accorto che l’altro semaforo (quello di Pippo) ha cambiato la fase ed è diventato giallo. Allora ha pensato: “Bene se dall’altra parte è scattato il giallo , allora vuole dire che tra poco scatterà il verde sul mio semaforo , quindi posso cominciare a prepararmi… potrei guadagnare qualche secondo !!!!” E così pensando , mosso dal proprio impeto , dalla convinzione profonda di poter guadagnare tempo prezioso che ingiustamente gli viene rubato da uno stupido semaforo, avanza di qualche metro oltrepassando quindi il limite della visuale che gli consente l’osservazione della sua lanterna. Poi decide di partire, perché ormai è tempo, “figuriamoci se dall’altra parte non è già diventato rosso", pensa Pluto e per essere ancora più sicuro guarda bene, ma non si accorge che nel frattempo Pippo ha continuato ad avanzare aumentando sempre di più la velocità...

La conclusione? Semplice, Pippo è in ritardo e Pluto è in anticipo ed è questo un ottimo sistema perché tutti e due si trovino puntuali all’appuntamento. A voi le conclusioni , ma si sappia per completezza di informazione che la maggior parte degli incidenti che si verificano agli incroci semaforizzati accade proprio quando Pippo e Pluto decidono di comportarsi come dei cartoni animati... che tanto anche se protagonisti di un incidente stradale non si fanno mai niente.

Attraversamenti pedonali
Codice della strada - Art 40, 190

La regola
Gli attraversamenti pedonali rappresentano il luogo deputato al pedone per attraversare la strada. I pedoni sono obbligati ad attraversare sulle strisce e non possono quindi scegliere dove attraversare se esistono le strisce entro 100 metri dal luogo di stazionamento del pedone stesso. D’altra parte gli automobilisti devono concedere la precedenza ai pedoni quando questi abbiano iniziato l’attraversamento o si stiano apprestando a farlo. In assenza di attraversamenti pedonali hanno invece la precedenza le automobili.

Piccoli consigli pratici
Se è vero che normalmente le prescrizioni imposte dagli attraversamenti non vengono osservate, è anche vero che la responsabilità appartiene in eguale misura sia agli automobilisti che ai pedoni , che poi in fondo quasi sempre sono esattamente le stesse persone, i quali a seconda del luogo in cui si trovano e del mezzo usato , assumono caratteri e comportamenti diversi. Provate a pensarci, l’atteggiamento del pedone molto spesso prima di attraversare la strada è sommesso , quasi di sudditanza rispetto all’automobilista che viene ritenuto detentore del diritto di passare per primo anche se potrebbe fermarsi e farci passare.

Viceversa lo stesso pedone quando si mette al volante della propria auto si trasforma , spesso stupendosi dell’atteggiamento dei rari pedoni che temerariamente si "buttano” sull’attraversamento costringendo l’autista ad una seppur comoda ma inaspettata frenata. A volte è necessario prendersi i propri diritti , anche se con le dovute cautele e con i giusti tempi, dimostrare a se stessi a agli altri di essere a conoscenza di ciò che ci spetta può essere un ottimo modo per provare ad invertire un prodotto culturale che ci vede (noi italiani) inscritti nel libro nero dei più indisciplinati.

Non è vero che il pedone o il ciclista rappresentano la parte debole tra i vari soggetti che si possono trovare sulla strada, è un falso concetto che man mano dovrà essere sostituito dal concetto di vulnerabilità che è ben diverso dal concetto di debolezza il quale invece mal si addice ad un soggetto in grado molto spesso di compiere spostamenti che non sono possibili a nessun altro veicolo, dandogli perciò un grande potenziale che se gestito in maniera consapevole può costituire un grande vantaggio.

Fermata e sosta
Codice della strada - Art 7, 157, 158

Due parole sulle parole
Prima di definire le regole è bene precisare che cosa si deve intendere per sosta e per fermata. Troppo spesso questi due termini vengono adattati alle esigenze che la situazione richiede “allungandone o restringendone” il significato a seconda di quello che più ci fa comodo. Per questo motivo cercheremo di fornire la definizione tecnica che il codice attribuisce a ciascun termine.

Sosta
Per sosta si intende la sospensione della marcia del veicolo protratta nel tempo , con possibilità di allontanamento da parte del conducente.

Fermata
Per fermata si intende la sospensione temporanea della marcia anche in area dove non è ammessa la sosta, per consentire la salita e la discesa delle persone, oppure per altre esigenze di brevissima durata. Durante la fermata, che non deve comunque arrecare intralcio alla circolazione, il conducente deve essere presente e pronto a riprendere la marcia.

I vari tipi di sosta vietata
È possibile sostare in area di divieto anche se non c’è nessun cartello che lo vieti espressamente, lo si impara a scuola guida, ma altrettanto velocemente di come lo si impara, ci si dimentica troppo in fretta di quelle che sono le situazioni in cui è vietato parcheggiare un automezzo.

Per questo motivo vogliamo a questo punto citare alcuni dei casi più evidenti in cui gli utenti che si vedono “multati”, rimangono altrettanto sorpresi nel vedersi riconosciuta una violazione della quale non sanno darsi spiegazione.

Quindi è vietata la sosta

  • In prossimità di intersezione, a meno di cinque metri dal proseguimento immaginario della linea di margine appartenente alla strada che interseca quella in cui abbiamo parcheggiato.
  • Sui passaggi o sugli attraversamenti pedonali.
  • Sui dossi e nelle curve.
  • In contromano con la parte anteriore del mezzo rivolta in senso contrario rispetto a quello normale di marcia.
  • Sul margine destro della carreggiata senza lasciare lo spazio sufficiente ai pedoni , qualora non esista il marciapiede.
  • In prossimità e in corrispondenza dei segnali stradali quando la presenza dei veicoli occultino la visibilità degli stessi cartelli.
  • In zona disco, a sosta consentita per un tempo limitato , oltre la scadenza indicata dal disco precedentemente regolato (non vale spostare l’orario, bisogna spostare il veicolo!)
  • Nelle aree riservate al parcheggio di determinate categorie di utenti (disabili, mezzi di soccorso ecc.)

Le precedenze
Codice della strada - Art 7, 145

La regola
Oltre al normale atteggiamento di prudenza da mantenere nelle intersezioni, il diritto di precedenza viene stabilito dalla segnaletica verticale, orizzontale, dai segnali di Stop e di Dare precedenza, e in assenza di tutto ciò dalla normale regola della precedenza a destra.

La differenza che esiste tra questi due segnali , consiste nell’obbligo imperativo stabilito dal segnale di stop di fermarsi sempre ed in ogni circostanza , a differenza del segnale di dare precedenza che non impone l’obbligo di arresto se non ci sono veicoli in transito sulla strada che dovremo andare ad impegnare. La diversità consiste quindi nel grado di visibilità offerto dall’incrocio che a seconda dei casi può dare o meno la possibilità all’utente di non fermarsi (ma solo di rallentare) per poi proseguire se è sicuro che altri veicoli non stanno impegnando la strada trasversale.

Le rotonde
Parleremo ora delle rotonde, poiché la proliferazione che questo sistema di organizzazione stradale ha avuto in questi ultimi anni, nella pratica di tutti i giorni ha causato non pochi dubbi circa l’esatta interpretazione ed il conseguente comportamento da tenere all’interno di esse.

Esistono due tipi di rotonde

  • Rotonda A - la più diffusa. Per entrarvi, qualsiasi sia la provenienza, è necessario dare la precedenza a coloro che si trovano già all’interno della stessa. Questo principio è sancito dalla presenza dei cartelli di dare precedenza che sono posti all’ingresso del percorso rotatorio.
  • Rotonda B - meno diffusa della precedente. Si basa sul principio della precedenza a destra poiché è priva di cartelli all’ingresso delle vie di raccordo. Contrariamente alla precedente quindi, sulla rotonda B chi si trova all’interno del percorso circolare deve dare la precedenza a chi si sta introducendo all’interno dell’anello.

Spostamenti in rotonda
Daremo ora rilievo agli spostamenti che si possono fare all’interno delle rotonde, soprattutto quando queste hanno dimensioni notevoli e due o tre corsie al loro interno. Dai dati rilevati infatti si è osservato che le traiettorie dei veicoli all’interno delle rotonde spesso si intersecano pericolosamente dando quindi luogo ad incidenti a volte anche gravi. Questo accade perché la natura curvilinea del tracciato porta molti utenti a scegliere traiettorie ottimali al fine di avere un buon controllo del veicolo , ma che al momento dell’immissione nel braccio di uscita della rotonda stessa , si rivelano pericolosi poiché a questo punto diventa necessario effettuare brusche manovre di “taglio” di corsia che vanno così a sovrapporsi con le traiettorie mantenute dagli altri veicoli che stanno sopraggiungendo da tergo.

Come al solito moderare la velocità tenendo ben d’occhio gli specchi laterali è l’unica soluzione che ci permette di mantenere un buon livello di sicurezza , senza dimenticare comunque che le rotonde non devono essere considerate come luoghi sicuri solo perché sono a senso unico di marcia. Al contrario proprio tale condizione aumenta la pericolosità insita del circolare sulle rotonde che devono essere viste come luoghi di smistamento del traffico al pari di tutti gli altri incroci, trattate quindi con estrema cautela.

Vale la pena quindi ricordare quanto sancito dall’Art.154 del Codice della Strada ove, al fine di regolamentare lo spostamento laterale su strade suddivise da più corsie per ogni senso di marcia, viene stabilito che:

  • comma I - i conducenti che intendono eseguire una manovra per immettersi nel flusso della circolazione per cambiare direzione o corsia, [...] devono assicurarsi di poter fare tale manovra senza creare pericolo o intralcio agli altri utenti della strada tenendo conto della posizione, distanza, direzione di essi;
  • comma III - i conducenti, per voltare a destra, devono altresì tenersi il più possibile vicini al margine della carreggiata

Più chiaro di così...

Appendice

Le abitudini
All’inizio di questo percorso parlando di cinture di sicurezza, abbiamo fatto riferimento alle abitudini, indicandole come strumento utile al fine di correggere comportamenti sbagliati e pericolosi.

Ci sembra giusto quindi parlarne poiché siamo convinti che le abitudini possano essere utilizzate per ottenere dei risultati utili alla nostra sicurezza , al contrario di come solitamente avviene quando sono le abitudini che gestiscono noi con i risultati che tutti conosciamo. Per una volta sarebbe interessante provare a gestire i nostri comportamenti attraverso l’assunzione di abitudini in maniera consapevole e quindi decidendolo a priori nel nostro stesso interesse.

Quasi tutti i nostri comportamenti sono diretti da abitudini, in tutti i settori della vita ci muoviamo attraverso comportamenti acquisiti nel tempo che derivano dalla ripetizione di gesti inconsapevoli che gradualmente si radicano nella nostra essenza più profonda e che si allungano in radici a volte difficili da estirpare. Basti pensare alle cattive abitudini alimentari, a quelle legate al fumo all’assunzione di alcolici o molto più semplicemente quelle legate allo stress quotidiano là dove ci abituiamo ad avere fretta anche quando potremmo fare le cose con più calma.

Come fare? Semplicemente abituandosi a compiere una determinata azione (ad esempio allacciando la cintura di sicurezza) per almeno 21 giorni consecutivamente. Perché 21 giorni? Perché questo è il limite temporale che il nostro sistema di controllo, alloggiato nel cervello, riconosce per poter acquisire una abitudine. Se poi vogliamo essere veramente sicuri che il cosiddetto interruttore scatti al momento giusto , ripetiamo l’operazione per 30 giorni, in modo da essere perfettamente certi di aver concluso il ciclo utile ad azionare il meccanismo dell’abitudine.

Per ricordarci a che punto siamo possiamo costruirci un “promemoria”, una semplice striscia di carta o cartoncino sulla quale apporre una “tacca” per ogni giornata in cui ripeteremo l’operazione. Alla fine del ciclo potremo verificare la validità del metodo osservando la nostra reazione di fronte alla trasgressione osservando quindi se non facendo la cosa per quale avevamo deciso di abituarci ci sentiremo o no a disagio con noi stessi (come se ci mancasse qualcosa).

“Tentar non nuoce” diceva un vecchio adagio, perché quindi non provarci ? Se poi dovesse funzionare potremo ripetere lo stesso esercizio tutte le volte in cui decideremo di cambiare qualcosa che non ci piace nel nostro modo di guidare… e perché no… anche nel nostro stile di vita!!